Sono più di 4 milioni e 400 mila i soggetti che soffrono di OSAS, dei quali oltre 2 milioni riscontrano problemi di sonnolenza diurna. Abbiamo già parlato delle complicanze e dei rischi cui vanno incontro questi soggetti: obesità, infarto del miocardio, ictus, fibrillazione atriale, sindrome metabolica, disturbi cognitivi e diabete. In particolare vorremmo focalizzarci sul forte impatto sociale di questa patologia, dal momento che la sonnolenza diurna di cui soffrono i pazienti affetti da OSAS è responsabile di un aumentato rischio di incidenti domestici, sul lavoro e alla guida di veicoli. E’ stato stimato che tale patologia è causa di almeno 17 mila incidenti stradali ogni anno in Italia, con oltre 250 morti, 12 mila feriti e danni per 1,5 miliardi di euro.
Recentemente anche i Ministeri della Salute e dei Trasporti hanno riconosciuto l’importanza di questa patologia e il rischio sociale che può comportare se non adeguatamente intercettata e trattata.
Il Ministero della Salute nell’ottobre 2014 ha pubblicato le Linee guida nazionali per la prevenzione ed il trattamento odontoiatrico della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS); nel gennaio 2016 si sono conclusi i lavori di stesura delle Linee guida nazionali per la prevenzione ed il trattamento odontoiatrico del russamento e della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno in età evolutiva, ora al vaglio del CSS prima della definitiva pubblicazione.
Da parte sua il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con il Decreto Ministeriale del 22 dicembre 2015 ha recepito la Direttiva 2014/85/UE che obbliga a prendere provvedimenti per coloro che soffrono di OSAS (Sindrome delle Apnee Ostruttive del Sonno), rendendo obbligatori interventi diagnostici e terapeutici per il conseguimento e il rinnovo della patente di guida.
L’art. 2 del Decreto Ministeriale in particolare dispone:
H2. DISTURBI DEL SONNO DA APNEE OSTRUTTIVE NOTTURNE
“La patente di guida non deve essere ne’ rilasciata ne’ rinnovata a candidati o conducenti affetti da disturbi del sonno causati da apnee ostruttive notturne che determinano una grave ed incoercibile sonnolenza diurna, con accentuata riduzione delle capacità dell’attenzione non adeguatamente controllate con le cure prescritte. Il medico, di cui all’articolo 119, comma 2, del codice della strada, sottopone a particolare valutazione i soggetti per i quali sussistono sintomi riconducibili alla sindrome da apnea ostruttiva notturna. Nei casi in cui si possa concludere per l’assenza o lieve entità di sonnolenza diurna, il medico di cui all’articolo 119, comma 2, del codice della strada, certifica l’idoneità alla guida del conducente. Nel caso sussistano dubbi circa l’idoneità e la sicurezza di guida, l’accertamento dei requisiti di idoneità psichici e fisici e’ demandato alla commissione medica locale.
La commissione medica locale può autorizzare alla guida i soggetti affetti da sindrome da apnee ostruttive notturne moderate o gravi che dimostrino un adeguato controllo della sintomatologia presentata con relativo miglioramento della sonnolenza diurna, se del caso confermato da parere specialistico di strutture pubbliche. La validità della patente rilasciata o rinnovata, eventualmente anche con prescrizioni da parte della Commissione Medica Locale, non può superare i tre anni per i conducenti del gruppo 1 ed un anno per i conducenti del gruppo 2.”
Prima il colloquio medico, poi una anamnesi e una visita mirate ad evidenziare segni e sintomi dell’ OSAS ed infine un test su stimoli visivi associato ad un test di screening: così si valuterà se gli aspiranti al rinnovo o al rilascio della patente costituiscano un rischio per la circolazione stradale in quanto affetti da sospetta Sindrome di apnee ostruttive nel sonno (OSAS). E’ quanto prevede il decreto del Ministero della Salute, in fase di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. I pazienti affetti da OSAS con rischio di sonnolenza diurna giudicato medio o grave per poter ottenere il rilascio o il rinnovo della patente dovranno dimostrare di essere in cura e il grado di aderenza alla terapia prescritta per controllare i sintomi e i segni dell’OSAS. Maggiori dettagli sono contenuti nelle Linee guida pubblicate dal Ministero della Salute
Se si esclude la terapia chirurgica i trattamenti dell’OSAS sono riportabili alla CPAP (continuous positive airway pressure), apparecchiatura che utilizzando la immissione forzata di aria attraverso le vie aree superiori ne mantiene la pervietà e all’ utilizzo di dispositivi intraorali OA (oral appliance) che mantengono la pervietà delle vie aeree posteriori alla lingua, spostando in avanti e/o mantenendo chiusa la mandibola e aumentando la dimensione verticale occlusale; il loro utilizzo determina un avanzamento della lingua, un aumento della tensione delle pareti faringee e l’impossibilità della mandibola di post-ruotare, impedendo un’occlusione parziale o totale del flusso respiratorio.
Malgrado l’efficacia della terapia ventilatoria con CPAP sia maggiore nel ridurre gli indici di ostruzione respiratoria, gli OA sono, in generale, meglio tollerati dal paziente.
La miglior compliance degli OA rispetto alla CPAP potrebbe diventare determinante nella scelta dell’approccio terapeutico in quanto l’applicazione di sensori di compliance (sensori che permettono di rilevare il numero di ore di reale utilizzo dell’ apparecchiatura) permette di appurare il reale utilizzo dell’apparecchiatura e quindi l’aderenza alla prescrizione terapeutica.
Fonte: Stefano Mirenghi – Vicepresidente A.N.D.I.