Lungi dal pensare di essere esaustivi sull’argomento “I Dispositivi di Protezione Individuale (D.P.I.) nello studio dentistico” si vuole semplicemente stilare una sorta di vademecum rivolto essenzialmente alle assistenti degli studi odontoiatrici (A.S.O.). A mio parere l’assistente dello studio odontoiatrico è figura importante e fondamentale nel team odontoiatrico: a pieno titolo si può definire “l’angelo custode” che, a fronte del prezioso lavoro che compie, registra una sconcertante indifferenza del legislatore che, a tutt’oggi, non riconosce questa figura professionale. Se il legislatore comprendesse l’importanza, per esempio, dei protocolli di sterilizzazione in uno studio odontoiatrico e se sapesse che le operazioni di sterilizzazione rientrano nei compiti delle A.S.O., certamente colmerebbe subito questo vuoto legislativo e definirebbe un percorso formativo per conseguire un titolo abilitante spendibile su tutto il territorio nazionale sia in ambito privato che pubblico.
Il personale degli studi odontoiatrici ma soprattutto i titolari dovrebbero conoscere perfettamente il D.lgs. 9 aprile 2008, n. 81 che tratta di Sicurezza e Salute nei luoghi di lavoro e a cui si rimanda per un maggiore approfondimento.
Al Capo II del Titolo III si parla di dispositivi di protezione individuali e i vari aspetti dell’argomento sono sviscerati dall’articolo 74 al 79 ed inoltre nell’allegato VIII troviamo un elenco indicativo e non esauriente dei dispositivi di protezione individuali suddivisi in base alla parte del corpo da proteggere.
Riassumendo, il decreto legislativo 81/08 privilegia i dispositivi di protezione collettiva e quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di prevenzione collettiva e da procedimenti di riorganizzazione del lavoro, cioè quando si è in presenza di rischio residuo (come avviene quasi sempre) allora si impiegano i dispositivi di protezione individuale (DPI) che devono essere conformi al D.lgs. 475/92 (marcati CE), devono essere adeguati al lavoro e devono tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore.
I dispositivi di protezione individuale (DPI), che per definizione sono “…….. qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo” possiamo certamente analizzarli tenendo conto del tipo di lavoro svolto e di conseguenza delle parti del corpo più esposte al rischio residuo insito nel tipo di lavoro svolto.
In uno studio dentistico i dispositivi di protezione individuale (DPI) che devono essere presenti ed utilizzati, distinti in base alla parte dell’organismo da proteggere, sono:
• Per le vie respiratorie (codice A)
– Mascherina chirurgica in TNT 3 strati (Tessuto non Tessuto), monouso, non sterile.
– Mascherina chirurgica in TNT 3 strati (Tessuto non Tessuto) con visiera per protezione occhi, non sterile monouso.
– Facciali filtranti.
• Per gli occhi e per il volto (codice B)
– Occhiali leggeri in policarbonato con protezioni laterali e frontali, aste regolabili, inclinazione della lente regolabile, antigraffio, anti appannamento, lavabili, e disinfettabili per la protezione da schizzi/spruzzi e particelle. Diversi modelli anche personalizzati per portatori di occhiali correttivi.
– Occhiali panoramici a mascherina con guarnizione, fori di aerazione e banda elastica regolabile.
– Visiera anti schizzo con calotta per protezione totale del viso, regolabile alla nuca, inclinabile, con protezione frontale e sopraciliare, antiappannante, lavabile, disinfettabile e con la possibilità di utilizzo di occhiali correttivi.
– Visiera leggera monouso senza calotta con banda elastica fissa.
– Mascherina chirurgica con visiera
– Occhiali leggeri in policarbonato con protezioni laterali e frontali per il rischio da radiazioni ottiche artificiali (ROA).
• Per le mani (codice C)
– Guanti in latice.
– Guanti in latice depolverati (in caso di allergia).
– Guanti in vinile (in caso di allergia).
– Guanti in vinile depolverati (in caso di allergia).
– Guanti sintetici depolverati (in caso di allergia).
– Guanti in latice pesante.
– Guanti in latice pesante depolverati (in caso di allergia).
– Guanti in gomma come il tipo domestico, per manipolazione di prodotti chimici poco aggressivi.
– Guanti in pelle fiore o sintetici per rischio da abrasione e taglio.
– Guanti tipo lungo (neoprene, cloroprene, nitrile, butile) per manipolazione di prodotti chimici molto aggressivi.
– Guanti rinforzati anti taglio (Kevlar leggero).
• Per i piedi (codice D)
– Calzature alte o basse con suola antisdrucciolo, idrorepellenti, traspiranti e isolanti dal freddo.
– Soprascarpe in TNT (Tessuto non Tessuto) monouso non sterili.
• Per il capo (codice F)
– Copricapo in TNT (Tessuto non Tessuto) monouso non sterile varie fogge, assorbente elasticizzato ai bordi.
– Copricapo in cotone riutilizzabile, varie forme con lacci.
• Per il corpo (codice G)
– Camice monouso in TNT (Tessuto non Tessuto) non sterile.
– Camice monouso in TNT (Tessuto non Tessuto) sterile.
– Camice in cotone pesante.
Per quanto riguarda i guanti in gomma, va ricordato che possono presentare una seria e fastidiosa problematica in quanto, oltre al latice, contengono svariati additivi chimici, come ad esempio i tiuramici, i carbammati, i mercaptobenzotiazoli o le tirouree, capaci di causare sensibilizzazione di tipo ritardato ed eczemi da contatto. I sottoguanti in filo di cotone sono indicati soprattutto in caso di dermatite irritativa ed eventualmente in sostituzione o per aumentare la protezione si può usare il guanto chimico idrorepellente Kerodex. Diversi test hanno confermato che la formula della crema barriera Kerodex idrorepellente riduce al minimo ogni insorgenza di fenomeni di tipo irritativo poiché forma una sorta di barriera o guanto invisibile che isola e protegge le mani, prevenendo arrossamenti e screpolature della cute provocati da agenti esterni di tipo chimico e meccanico. E’ un prodotto dermatologicamente testato, non contiene siliconi e coloranti e a contatto con acqua o con soluzioni acquose non viene alterato l’effetto barriera della crema.
Per quanto riguarda gli occhiali per il rischio da radiazioni ottiche artificiali (ROA), va ricordato che gli occhiali protettivi devono essere specifici per il tipo di radiazione ottica artificiale presente nello studio odontoiatrico. In studio potremmo avere le lampade polimerizzanti a led o alogene, le lampade al plasma e sempre più frequentemente dispositivi laser. E per le apparecchiature laser va considerato che gli occhiali protettivi non sono tutti uguali ma devono essere specifici per la lunghezza d’onda del laser preso in considerazione: in sostanza gli occhiali protettivi da indossare quando è in funzione un laser a diodi che ha una lunghezza d’onda di 980 nm. sarà diverso da quello che va utilizzato quando è in funzione un laser al Neodimio che ha una lunghezza d’onda di 1064 nm.