I grani di milio sono delle piccole formazioni cistiche lievemente rilevate e cheratinizzate, molto superficiali, talvolta numerose, di colore bianco o giallastro e di aspetto opaco, così definite per la somiglianza con il miglio, una graminacea molto diffusa. Sono rotondeggianti e sporgenti, della grandezza di una testa di spillo del diametro di 1-2 mm e localizzati subito al di sotto dell’epidermide. Compaiono a ridosso delle zone esposte al sole nel corso della vita, soprattutto dopo i 20 anni, ma possono comparire in tutte le fasi della vita a partire sin in epoca neonatale. Si formano per ostruzione del follicolo dei peli. Possono comparire anche in seguito a un trauma o a patologie bollose, in quest’ultimo caso sono secondari e la loro sede coincide con quella della dermatosi. Sono generalmente multipli, contengono cheratina e si osservano più spesso nella donna, in genere sul viso dove si possono localizzare nelle aree cutanee che presentano follicoli del pelo vello, in particolare sulle guance e sulle palpebre. Nelle giovani donne in genere non superano la decina anche se a volte si presentano in forma eruttiva, spesso dopo i bagni al mare. Come detto in precedenza, i grani di milio possono insorgere sulla pelle del viso del neonato sotto forma di numerosi punti bianchi, forse per una cheratinizzazione transitoria su base ormonale. Generalmente scompaiono in poche settimane e quindi non è necessario alcun trattamento.
I grani di milio originano da cellule pluripotenti localizzate nell’epitelio epidermico o annessiale, sia ex novo che in associazione con patologie caratterizzate da bolle sub-epidermiche o da vescicole. Possono comparire anche in seguito a traumi come le abrasioni e le ustioni. I grani di milio secondari possono insorgere anche su cicatrici, in seguito a un processo riparativo epidermico, ad un’eccessiva esposizione a raggi U.V. ed anche per l’uso continuato di sostanze o di un trucco troppo coprente con notevole effetto occlusivo.
Quando i grani di milio si manifestano nel corso di dermatosi bollose i granuli sono disseminati casualmente nell’area affetta. La loro formazione dipende o dall’ostruzione del follicolo che segue la lesione o per l’alterazione dei dotti escretori ghiandolari alterati dal processo bolloso o cicatriziale. I grani di miglio oltre che post-traumatici possono essere iatrogeni e comparire nelle zone di atrofia cutanea indotte dall’applicazione prolungata di corticosteroidi. La distruzione degli annessi cutanei, che segue la radioterapia, può favorire anch’essa la comparsa di lesioni simili ai grani di milio disposte a raggiera intorno all’area cutanea trattata.
A differenza dell’età neonatale, in cui non occorre trattare i grani di milio in quanto tendono a scomparire spontaneamente, nell’adulto persistono per lungo tempo.
La terapia da attuare è minimamente invasiva e semplice. Per eliminare i grani di miglio senza lasciare un esito cicatriziale si apre, sotto lente di ingrandimento, il ”tetto” del granulo con un ago sterile o con la punta della lama di un microbisturi, per poi spremere all’esterno la piccola cisti. Attualmente la esteriorizzazione dei grani di milio può essere effettuata ancor meglio con il laser Er:YAG, in quanto è un laser prettamente “dermatologico” caratterizzato da una bassissima profondità di penetrazione.
Sebbene la terapia con il laser Er:YAG rappresenta la più affidabile ed immediata senza esiti cicatriziali, esistono alternative terapeutiche. In alcuni casi può risultare efficace un ciclo di peeling chimici a base di alfa e beta-idrossiacidi da eseguire sotto il controllo medico. Si può associare l’impiego domiciliare di creme ad azione cheratolitica contenenti acido glicolico o acido salicilico, con azione sinergica per favorire la fuoriuscita dei granuli verso l’esterno. Sono da evitare sostanze troppo abrasive che potrebbero non sortire l’effetto desiderato e peggiorare la situazione, causando un’eccessiva irritazione della pelle. L’acido retinoico per uso topico, applicato sulla cute per un certo periodo, in alcuni casi può essere indicato per eliminare i grani di milio, grazie alla sua capacità di accelerare il ricambio cellulare. Questo trattamento può essere valido per la regione zigomatica, ma è sconsigliato in sede palpebrale per il rischio di irritazione. Nei casi in cui si evidenzia una certa predisposizione, si possono applicare creme alla retinaldeide che aiutano a prevenire le recidive.
Dott. Savino Cefola