La pittura, soprattutto nel 600 e 700, ha trovato frequentemente spunto nel mal di denti. Il mal di denti è sempre stato molto comune, vissuto con molta apprensione, molto temuto e la cui soluzione rimandata il più tardi possibile. Il mal di denti è stato quindi un argomento popolare di facile presa: estremamente doloroso ma non molto grave per la vita, consentiva quasi di riderci su. Fino all’800, se la chirurgia era considerata pratica inferiore della medicina, l’odontoiatria veniva valutata ancor meno: tutto si limitava all’estrazione del dente dolente. Tale pratica era affidata ai “cavadenti”, figure molto simili ai ciarlatani che si spostavano da un paese all’altro in occasione di mercati e sagre e, analogamente ai ciarlatani, spesso si posizionavano su dei palchi rialzati, circondati dalla gente, per esercitare la loro arte. Il povero malcapitato, oltre a dover patire dolori atroci per l’estrazione senza anestesia, era costretto a sottoporsi al giudizio e alle risate delle persone che seguivano con molto interesse e anche divertimento gli interventi dei cavadenti. Va ricordato che molto spesso era il barbiere che lavorava anche da cavadenti e viceversa. Ed è proprio opera di un barbiere, Cintio D’Amato, Il primo libro di odontoiatria in lingua italiana pubblicato a Napoli nel 1632 con il titolo “Prattica nuova et utilissima di tutto quello, ch’al diligente barbiero s’appartiene”.
Volendo fare una cronistoria esaustiva delle rappresentazioni del mondo odontoiatrico nell’arte raffigurativa, includendo anche disegni e manoscritti, si deve risalire al IX-X secolo per ritrovare un disegno a colori che fa parte del Codex Niceta conservato presso la Biblioteca Medicea Laurentiana a Firenze. Nel disegno viene raffigurato un esperto intento a ridurre una lussazione della mascella inferiore con l’aiuto di un assistente che tiene ferma la testa del paziente.
Un disegno a colori appartenente al trattato di Chirurgia di Ruggero Frugardo o dei Frugardi (noto sotto il nome di Ruggero di Salerno, Rogerius Salernitanus) abile chirurgo, vissuto nella seconda metà del sec. XII, forse il fondatore della grande scuola chirurgica salernitana. Il disegno mostra un giovane assistente monaco che armeggia con un soffietto per mantenere roventi i ferri per la cauterizzazione che a quei tempi era molto diffusa per il trattamento di alcune patologie dentali.
Tratto da un manoscritto di Rolando da Parma risalente alla fine del XIII secolo e conservato presso la Biblioteca Casatanense di Roma, troviamo un disegno a colori che mostra una riduzione della lussazione della mascella. Nel disegno l’operatore e il paziente sono donne mentre l’assistente, uomo, tiene in mano un lenzuolo pronto per l’uso.
Un disegno tratto da un manoscritto tedesco del 1467 conservato presso Landesbibliothek di Stoccarda mostra un esperto l’estrazione di un dente. L’esperto è di aspetto orientale ed è aiutato da un assistente donna che rassicura il paziente tenendogli la mano ed appoggiando la mano sulla sua spalla.
Del XV secolo anche un disegno contenuto in un famoso libro persiano, Châh Namé (il Libro dei Re) di Abu ‘L Qasim Firdusi (930-1020) conservato presso la Biblioteca Nazionale di Francia. Il disegno ci mostra un esperto mentre effettua un’estrazione ad un paziente disteso. Viene aiutato da due assistenti: uno mantiene vivo il fuoco con un soffietto mentre l’altro porge del fuoco all’esperto per riscaldare i ferri per la cauterizzazione. Si intravede un’altra figura intera sulla destra e alcuni volti sulla sinistra che probabilmente rappresentano dei curiosi spettatori.
Ancora un’estrazione dentale con l’esperto di fronte al paziente e con l’assistente dietro al paziente per tener ferma la testa. E’ uno dei tanti disegni del famoso Chirurgie di Ilkhani, scritto e illustrato da Charaf-ed-Din intorno al 1465.
Il “Cavadenti” di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio è sicuramente il dipinto più rappresentativo della pittorica raffigurativa del dentista. L’olio su tela, conservato nella Galleria Palatina del Palazzo Pitti di Firenze, viene datato intorno al 1608 durante il soggiorno a Malta. Il “Cavadenti” del Caravaggio è uno dei dipinti più anomali e controversi dell’artista. Anomalo in quanto il soggetto del dipinto è inusuale per il Caravaggio nel senso che rappresenta una scena di comune vita quotidiana, la cosiddetta pittura di genere che cominciò ad affermarsi nel ’600 in particolare fra gli artisti olandesi. Controverso in quanto ha suscitato in molti critici d’arte diversi dubbi circa l’effettiva paternità del dipinto. Si osserva la tipica rappresentazione realistica delle opere del Caravaggio ma è presente anche un aspetto nuovo per il Caravaggio: l’effetto caricaturale della scena. Sembra quasi una scena di teatro comico con attori che appaiono come macchiette. Il protagonista cavadenti contratto in una smorfia quasi comica che mostra uno sforzo estremo. All’epoca l’estrazione di un dente rappresentava una forma di intrattenimento e di svago ed era consuetudine che le persone assistessero ad episodi cruenti o disgustosi, anche più di un’estrazione di dente. Ecco quindi il gruppo di curiosi che assistono: chi guarda con aria stralunata, chi è intimorito, chi è assorto in contemplazione e l’immancabile bambino, personaggio curioso per eccellenza. E non ultimo il povero paziente che si sottopone a questa specie di tortura. Il Caravaggio sintetizza il culmine della scena con la mano aperta e tesa del malcapitato come per scaricare il dolore lancinante mentre l’altra mano afferra con forza il bracciolo della sedia. La scena viene pervasa da una luce forte e radente, luce che di solito il Caravaggio usava per sottolineare scene ben più importanti: visi di santi, la figura di Cristo o di qualche protagonista della storia sacra. Per finire il tavolo dove troviamo gli oggetti tipici del “dentista” dell’epoca: la brocca d’acqua e l’ampolla d’aceto per disinfettare dopo l’intervento.
E’ di Adriaen van Ostade, pittore olandese, questo dipinto datato verso il 1630 e conservato al Kunsthistorisches Museum di Vienna. In un luogo interno il cavadenti, posizionato dietro il paziente, è in procinto di estrarre un dente e gli è vicino un bambino assistente pronto con un piatto tra le mani. Assiste un personaggio che osserva con attenzione appoggiato su di un lungo bastone. In secondo piano altri osservatori, forse i familiari del paziente.
Datato nel 1629 l’olio su tavola “The Dentist” di Jan Miense Molenaer, pittore di genere olandese, conservato nel North Carolina Museum of Art (NCMA) di Raleigh. Particolare del dipinto è il rosario stretto in mano dal paziente e la posizione del cavadenti, ergonomicamente non corretta.
Gerrit van Honthorst (1590-1659) pittore olandese di genere ed è, come molti pittori olandesi chiamati i “Caravagesques del Nord”, un seguace di Caravaggio. Questa sua estrazione dentale è datata intorno al 1622 ed è conservata presso Staatlische Kunstammlungen di Dresda. Nel dipinto si vede l’assistente che tiene una candela per illuminare il campo di lavoro all’esperto posizionato dietro il paziente, mentre i testimoni, molto interessati sono di fronte. Uno di essi è di aiuto nel tener ferma la mano del paziente.
Joos van Craesbeck (1608 – circa 1654/1662) è un pittore fiammingo. Il dipinto, conservato in una collezione privata, mostra una scena all’interno di una stanza in cui esercita un barbiere-chirurgo. L’esperto rimane dietro il paziente che è seduto a terra. E’ nell’atto di compiere un’estrazione mentre un’assistente tiene la mano del paziente e, quasi compiaciuto, gli fissa la bocca.
Splendido disegno ad inchiostro dell’artista olandese Lambert Doomer (1623-1700) conservato al Museum di Oxford. Questo disegno è molto bello ed interessante, non solo per le sue eccezionali qualità artistiche, ma anche e soprattutto per alcune peculiarità nella scena rappresentata: la perfetta posizione ergonomica dell’esperto rispetto al paziente e l’assistente che tiene un pallone, tutti al riparo sotto un ombrellone. Anche qui molti testimoni in parte ad osservare l’esperto ed altri incuriositi dallo spidocchiamento, altro servizio offerto, praticato da una scimmia su un uomo.
Del pittore fiammingo Egbert van Heemkerck (1634-1704) questo dipinto conservato presso il Museo di Belle Arti di Gand. La scena è ambientata in uno spazio comune in cui opera un barbiere che in fondo rade la barba ed un chirurgo con il suo paziente in primo piano. Il chirurgo sta pulendo un po’ di sangue dalla guancia del paziente che probabilmente ha subito da poco un’estrazione. Particolari interessanti sono in numero delle figure in totale, ben 17, e le due figure in primo piano sulla sinistra una con la gamba scoperta e l’altro con il braccio sorretto da una fascia, aspetti che testimonierebbero la poliedricità del chirurgo. Alcuni testimoni, come i due bambini in primo piano, sono molto attenti, altri probabilmente attendono il loro turno guardando il lavoro degli esperti ed altri ancora del tutto indifferenti.
Un altro dipinto in cui è raffigurato un dentista è del pittore olandese Jan Miense Molenaer, conservato presso Anton Ulrich Museum di Brunswick. L’operatore non ha attrezzi e sembra che simuli un’ipotetica cura dentale. Questo particolare insieme all’aspetto beffardo e complice dell’assistente che afferra il braccio del paziente, lascia intendere che ci si trovi di fronte ad un vero e proprio ciarlatano. Sempre gli immancabili testimoni: tra questi, quasi a rafforzare l’aria fosca e truffaldina della scena, c’è chi è raffigurato nell’attimo in cui ruba un volatile dalla cesta di una signora con le mani giunte che sembra quasi condividere il dolore del povero paziente.
Del XIX il dipinto del pittore britannico David Cox, conservato presso la Biblioteca del Wellcome Institute di Londra. L’assistente tiene la testa del paziente mentre il dentista opera. Peculiarità sono la discrezione dei due testimoni fermi sull’uscio della stanza, una brocca rotta sul pavimento ed un cane non randagio per via del collare.
Datato intorno al 1930 il dipinto realizzato da Edouard Tytgat, facente parte di una collezione privata. L’assistente accanto al paziente che sostiene e sembra tranquillizzare, porta un grembiule e un berretto: il tutto bianco candido come la camicia del dentista. In attesa due persone. Viene raffigurata la poltrona odontoiatrica con il trapano a corda.