Occlusione normale e malocclusione.

Per malocclusione evidentemente si intende un’occlusione scorretta rispetto ai criteri che per definizione caratterizzano un’occlusione corretta. Nello specifico per “occlusione dentale” si intende il modo in cui i denti superiori entrano in contatto con i denti inferiori. Quando chiudiamo la bocca, la mandibola, cioè la parte inferiore mobile, entra in contatto o meglio si articola con la mascella, cioè la parte superiore fissa, ed i denti delle due arcate entrano in contatto tra loro e affinché si possa parlare di occlusione normale devono essere rispettati tre criteri fondamentali e ben precisi: 1) l’arcata dentale superiore deve essere posizionata leggermente più in avanti rispetto a quella inferiore in modo che i molari e premolari superiori siano più avanti rispetto ai corrispondenti denti inferiori di circa mezzo dente. 2) ogni dente di entrambe le arcate entra in contatto con due denti dell’arcata opposta. 3) i due incisivi superiori coprono il terzo superiore degli incisivi inferiori. Quando queste condizioni sono rispettate, i fasci muscolari e le strutture ossee che li sostengono sono in rapporto armonico tra di loro, non ci sono tensioni muscolari e le forze interne sono bilanciate con quelle esterne. Al contrario, nel momento in cui anche una sola condizione non è presente, si perde il rapporto armonico delle strutture ossee e muscolari che vengono sollecitate in modo improprio con l’insorgenza di anomale tensioni della lingua, del cavo orale ma anche del collo e del volto. Ciò influisce negativamente su alcune funzioni importanti come la masticazione, la deglutizione e la fonazione. Se poi si considera che le tensioni muscolari provocate dalla malocclusione agiscono anche sulla colonna vertebrale, a cascata possono insorgere anche problemi di postura, di equilibrio e di deambulazione.

2 Luglio 2016

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